SolydX, atto II

Avevo espresso la speranza che SolydX non implodesse ogni 5 minuti come Mint.

Devo anche dirlo che era una speranza vana come poche cose sono mai state vane?

L’audio non funziona. Cioè funziona, ma un avvio sì e uno no bisogna andare nella configurazione audio e mettere il mute a tutti i canali e toglierlo, altrimenti non esce nulla dalle casse anche se il pannello dell’audio mostra chiaramente che l’audio esiste. Ho gettato la spugna e sto odiando Pulseaudio come non mai, probabilmente dovrei tirarlo via e lasciare solo ALSA, ma non so cosa altro potrebbe saltare in aria se lo faccio.

Ma con questo si può anche vivere.

L’altro problema sono gli aggiornamenti: SolydX usa il suo gestore di aggiornamenti grafico, che notifica la presenza di aggiornamenti e permette di installarli e praticamente nient’altro. Non che ci sia nulla di male, è un piccolo e utile software, fa tutto quello che deve fare.

A volte l’aggiornatore stesso chiede di essere aggiornato prima di poter installare qualsiasi cosa, allora lo si aggiorna.

Qualche tempo fa non c’era verso di farlo aggiornare e tutto il resto del sistema era bloccato ed era rimasto indietro di 2-3 versioni di Firefox e ovviamente su internet tutto stava implodendo perché se non si ha l’ultimissima versione del proprio browser non si va da nessuna parte.
Essendo basato su Debian stable mi sarei aspettato Firefox ESR tra l’altro, ma sembra che tutti lo odino con ferocia senza particolari ragioni, da quanto leggo su internet.

Ho fatto apt-get update && apt-get upgrade da terminale e dopo aver installato 500 MB di roba finalmente si è sbloccato.

Dopo ogni singolo aggiornamento torna il problema della barra del titolo nera, già descritto nell’atto I, ma smanettando a casaccio con i temi e\o riavviando sparisce.

Infine, dopo ogni aggiornamento, i tempi di avvio aumentano di qualche secondo. Quel computer è vecchio, è lento, è allo stremo delle sue forze, si è rotta la ventola e sta a 70 °C fissi e devo aprirlo per ripararla, quindi immagino che non sia colpa di SolydX, ma dei nostri tempi moderni, in cui il software deve essere celermente e costantemente aggiornato e qualche malloc() in più non si nega a nessuno.
Siamo ormai al livello di accanimento terapeutico, quel coso era un netbook di fascia infima nel corpo di un all-in-one nel 2008 (e ringraziamo che abbia 1 GB di RAM e non 512 MB!), qualsiasi portatile da 200 € oggi è qualche ordine di grandezza più veloce, ma finché la barca va e la CPU non prende fuoco…

Insomma, sì, SolydX è solido, funziona, l’updater è un po’ ballerino ed è, credo, l’unico software scritto dagli sviluppatori di SolydX… Meh.

Beh, visto che in fondo in fondo è Debian, sfruttiamo una delle sue migliori feature: gli aggiornamenti automatici. L’updater di SolydX non è altro che un’interfaccia intorno ad apt-get configurato per aggiornare l’elenco dei pacchetti una volta al giorno: l’ho configurato per installare in automatico gli aggiornamenti di sicurezza e ora si ragiona. Almeno mi sono risparmiato gli esorcismi e la lettura delle guide del 2002 per attivare apt con cron, visto che era già configurato  per aggiornare l’elenco.

A questo punto, che senso ha tenersi SolydX? Non sarebbe meglio mettere Debian con ALSA e Firefox ESR? Beh, sì. Mi sa che è quello che farò a breve. O magari provo con Xubuntu LTS, ma Ubuntu ha la tendenza ad esplodermi in faccia e il disgusto che ciò mi provoca mi tiene lontano dalle sue distro derivate.

2 pensieri su “SolydX, atto II

  1. Pingback: Solydx, atto III | while(false) do {/*nothing*/};

  2. Pingback: Sull’abbondanza di distro Linux | while(false) do {/*nothing*/};

Lascia un commento